CRE-TA Coworking a Bassano del Grappa - Angela Di Folco
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Scopriamo Angela e il suo progetto Darkness is my favorite color, dove il nero vuol dire tutto tranne che oscurità.
Pochi gradini di legno scuro , una libreria di legno che fa da separè et voilà, si entra in un mondo che profuma di vernice e di caffè, un mondo che solo apparentemente è in bianco e nero.
In cima alla scala, in quell’angolo di Cre-ta che lei stessa ha ribattezzato “La Picccionaia”, ci aspetta Angela Di Folco. Frangetta scura e occhi sorridenti, Angela è il volto- o meglio, la mano- dietro a Darkness is my favorite color, che è molto più di un brand: è un universo intero che racchiude l’opera e il pensiero dell’artista. “Per me arte è poesia, ritorno all’originalità- spiega Angela – É necessità, è una forma di espressione a cui non posso sottrarmi. Penso che il periodo più lungo in cui non ho toccato un pennello sia stato di una settimana”.
Se è vero, come suggerisce il nome stesso, che Angela predilige l’utilizzo del nero delle sue opere, lo è altrettanto il fatto che il nero non è inteso come sinonimo di oscurità: “Darkness is my favorite color è sì una considerazione che deriva dal fatto che uso sempre il nero nelle mie opere, ma per me non è un colore macabro. Piuttosto, per me il nero è sintesi: racchiude in sè tutti i colori, è introspettivo e non oscuro, è riflessione su se stessi. In più, do molta importanza al disegno, al tratto grafico. Ed questo è nero”. Angela continua spiegando da dove deriva il nome: “é nato tutto in una sera d’estate. Dovevo dare una definizione al mio lavoro, e l’ispirazione è nata da un libro, Blood is my favorite color scritto da (nome artista). Per me era perfetto”. Ma se il nero è il protagonista assoluto del mondo di Angela, non è detto che il colore sia sempre assente: “Uso altri colori, chiaro, ma non sono mai al centro dell’opera. Troppi colori per me sono ansiogeni (ride, ndr.)”.
Angela spazia dagli acquerelli all’inchiostro, dalla tela alla ceramica. E proprio con quest’ultima è nato un nuovo, felice amore: “Ho affrontato la ceramica a scuola, al liceo, ma l’ho sempre guardata in maniera sinistra. Poi, grazie al collettivo Sbittarte, ho riscoperto questo materiale e ho continuato ad utilizzarlo anche per Punto Soave, start up che realizza piatti su misura per gli chef. Diciamo che con la ceramica non è stato un colpo di fulmine, piuttosto un lungo corteggiamento… l’ho circumnavigata, l’ho osservata sospettosa e poi alla fine mi ha conquistata. Era arrivato il momento giusto, e ci siamo scelte”.
É proprio a Cre-ta che Angela ha iniziato la sua collaborazione con Punto Soave, e da qui inizia a parlarci di quello che vuol dire, per lei, essere qui: “é una seconda casa, se non addirittura la prima. é un ambiente stimolante, in cui ci si dà una mano e dove le competenze si incrociano: posso chiedere ai grafici un parere, ai programmatori un aiuto, ai social media manager e ai copywriter una revisione sui testi. Insomma, posso nascere una marea di collaborazioni: il mio progetto con Punto Soave ha visto la luce qui, nella nostra Piccionaia. In più, ho iniziato ad utilizzare anche la stampante laser del nostro Fab Lab. Insomma, Cre-ta è esattamente quello di cui avevo bisogno quando ero alla ricerca di uno studio… che sia stato un regalo divino?!”.
Che si sia trattato di un dono del cielo non lo sappiamo, ma di certo le scalette che salgono verso la Piccionaia danno accesso ad un mondo in cui il nero è tutto fuorchè oscuro. É un nero che solo Angela sa dipingere, è un nero che se lo guardi bene ti ci perdi, ma senza aver paura.

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